Auriga
Nome | Auriga |
Genitivo | Aur |
Abbreviazione | Aur |
Estensione (gradi^2) | 657 |
Emisfero | BOREALIS |
Confini |
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Stagionalità |
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Eventi: |
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Altezza: | 10,787° |
Azimut: | 315,029° (NO) |
Il nome, la storia, il mito
La costellazione di Auriga è ricca di riferimenti mitologici e rappresentazioni che si sono evolute attraverso i secoli e le culture.
La rappresentazione dell'Auriga fonde da sempre diverse storie, fin dai tempi delle tavole di Hevelius (immagine a sinistra). Nella figura, infatti, appaiono i riferimenti al cocchiere ma sono visibili delle capre che si rifanno a tutt'altra storia. Già in Mesopotamia, comunque, Auriga era raffigurato come un cocchiere, spesso associato a una capra o a un capretto.
Il mito dei capretti
La presenza delle capre si ritrova anche nella mitologia greca con Capella, la stella più luminosa della costellazione, identificata con Amaltea. Capella (la stella alfa) sarebbe quindi Amaltea, la capretta che fece da balia a Zeus quando era un bimbo e viveva con il pastore del monte Ida, sull'isola di Creta. A portarlo sul monte fu proprio la madre, Rea, per sottrarlo al padre Crono il quale, per timore di essere spodestato dai figli, era solito mangiarli. Questa profezia era stata rivelata a Crono dai suoi genitori, Urano e Geo. Per scongiurare questo epilogo, quindi, Rea portò Zeus a Creta e qui il bimbo venne affidato ai Cureti, fanciulli che - armati di lance e scudi, avevano il compito di coprire i vagiti del piccolo con balli e danze. Ai pasti, invece, pensò proprio la capra Amaltea. Al posto di Zeus, Rea porse a Crono una pietra avvolta in fasce, che il dio non esitò a ingoiare.
Amaltea, il Giove bambino e un faunetto. Gian Lorenzo Bernini - Galleria Borghese a Roma.
Fu in seguito che Zeus, cresciuto, volle vendicare tutti i fratellini morti in fasce: si recò sul monte Olimpo costringendo Crono a vomitarli tutti, si impossessò dello scettro e detronizzò Crono, dando compimento alla profezia di Urano e Gea. Zeus non si dimenticò di chi lo aveva allevato, e così la capretta Amaltea fu messa in cielo come costellazione.
Anche se non sono numerose, ci sono diverse opere che fanno riferimento alla capra Amaltea, simbolo di nutrimento e protezione ma anche di prosperità e abbondanza, dal momento che anche il simbolo della cornucopia nasce proprio dal corno di Amaltea. L'esempio più famoso è forse la scultura, attribuita a Gian Lorenzo Bernini, "La capra Amaltea con Giove bambino e un faunetto" conservata nella Galleria Borghese a Roma.
Il mito di Erittonio
Una delle interpretazioni più celebri, cantata da Igino, identifica invece Auriga con Erittonio, figlio di Atena (anche se in modo un po' particolare) ed Efesto (Vulcano per i romani), il dio del fuoco e fabbro degli dei. Erittonio, un leggendario re di Atene, è ricordato per l'invenzione del carro a quattro cavalli, la quadriga, simbolo di innovazione e abilità. Come riconoscimento per il suo genio, Zeus lo pose nel cielo tra le costellazioni.
La particolarità della natura di "madre" di Atena sta nel fatto che si tratta di una dea vergine. Venne posta in pericolo da Efesto (Vulcano), il quale aiutò Zeus a partorirla dalla propria testa meritando, in cambio, proprio Atena stessa. Atena rifiutò l'accoppiamento e così Vulcano passò alle maniere forti. Venne ancora respinto e il suo seme cadde sulla Terra. Per pudore, Atena lo coprì con della polvere creando così Erittonio (che in qualche cultura è identificato invece con un serpente). Il nome "Erittonio" deriva proprio da Eris (discordia) e Cton (terra). Nonostante la nascita violenta, Atena non abbandonò Erittonio ma lo portò alle figlie di Eretteo, re di Atene, per farlo crescere. Non andò bene: Atena fece impazzire, letteralmente, queste donne provocandone il suicidio. Erittonio, nel frattempo, si nascose dietro lo scudo di Atena e da questa fu allevato. Proprio da questa storia nascono molte raffigurazioni di Atena che prevedono un serpente dietro lo scudo. Esempi di queste raffigurazioni di Atena e, spesso, di Erittonio sotto forma di serpente, sono:
- La statua criselefantina di Fidia: Una delle rappresentazioni più famose di Atena era la colossale statua realizzata da Fidia per il Partenone ad Atene. Questa statua, in oro e avorio, era considerata una delle sette meraviglie del mondo antico e rappresentava Atena in tutta la sua maestosità, con l'egida sul petto, la lancia in mano e la Nike (la Vittoria) sul casco.
- Le metope del Partenone: Le metope del Partenone, sculture in rilievo che decoravano i lati esterni del tempio, raffiguravano diverse scene della mitologia greca, tra cui alcune che coinvolgevano Atena.
- La statua di Atena Promachos: Un'altra celebre statua di Atena, realizzata da Fidia, era quella di Atena Promachos, che dominava l'Acropoli di Atene. Questa statua, in bronzo, rappresentava la dea con l'elmo e la lancia, pronta alla battaglia.
- La ceramica attica: La ceramica attica, con le sue decorazioni a figure nere e rosse, era spesso decorata con scene mitologiche. Atena era un soggetto molto popolare, rappresentata in diverse situazioni: come guerriera, come protettrice delle arti e dei mestieri, o come saggia consigliera degli eroi.
- L'arte romana: Anche nell'arte romana, Atena (identificata con la dea romana Minerva) era un soggetto molto popolare. Numerose statue e rilievi la raffigurano, spesso con attributi simili a quelli della versione greca.
Il mito di Mirtilo
In un altro mito, l'Auriga rappresenta l'infelice cocchiere Mirtilo. Il re Enomao, celebre per la sua passione per i cavalli, non voleva che la sua bellissima figlia Ippodamia ("la domatrice di cavalli") si sposasse. Indisse allora una gara di cocchieri nella quale avrebbe corso ogni pretendente alla mano della figlia. Il vincitore la avrebbe avuta in sposa, ma ogni sfidante sconfitto avrebbe perso la vita. I cavalli di Enomao, più veloci anche del Vento del Nord e dono di Ares (Marte), erano imbattibili, così che il re era sicuro di poter vincere e quindi uccidere ogni pretendente. Quando venne il turno di Pelope, figlio di Ermete, gli dèi decisero di intervenire. Poseidone (Nettuno), antico dio dei cavalli e dominatore dei mari, diede a Pelope una biga d'oro trainata da destrieri alati. Per essere ancora più sicuro della vittoria, complice Ippodamia, Pelope si accordò con Mirtilo, il cocchiere di Enomao, perché sostituisse gli acciarini nei mozzi della biga del re con copie di cera. In cambio promise all'astuto cocchiere metà del regno ed il privilegio della prima notte nuziale con Ippodamia. Al culmine della corsa le ruote del carro di Enomao si sfilarono ed il re fu ferito a morte, ma prima di spirare lanciò una maledizione contro Mirtilo. Pelope, Ippodamia e Mirtilo celebrarono la vittoria con un giro sul carro in trionfo. Fermatisi per rifocillarsi, la brama di aver subito la ricompensa colse Mirtilo, ma Ippodamia lo respinse. Pelope colpì allora il cocchiere, prese le redini e fece per andare col carro, girò, e ripartendo sferrò a Mirtilo un calcio che lo fece cadere e morire sul colpo. Ermete, che aveva in pregio il trucco e l'astuzia, rese onore al cocchiere portandolo fra le stelle.
Pelope con Ippodamia e Mirtilo, Theodor Kaselowsky, Neues Museum, XIX secolo
Osservazione
L'osservazione della costellazione Auriga è possibile puntando lo spazio a Nord tra la costellazione del Toro e quella dei Gemelli, fino a raggiungere una specie di pentagono che, con molta fantasia, rappresenta il 'Cocchiere'.
Un'altra modalità di individuazione si ha passando attraverso il lungo allineamento di stelle brillanti che parte dal Quadrato di Pegaso, passando per Beta e Gamma Andromeda, Alfa Perseus e Capella.
Lo spettacolo rappresentato da Auriga viene amplificato dalla sua sovrapposizione ai campi stellari della nostra Via Lattea. Auriga passa verso mezzanotte, alta sullo zenit nei paesi posti intorno al 45° parallelo Nord, verso l'inizio di dicembre.
La visione di Auriga, quindi, va da metà autunno a metà primavera.
I corpi celesti
Auriga è una costellazione boreale molto brillante e piena di oggetti interessanti, come stelle luminose ed ammassi stellari aperti.
La sua alfa è Capella, una stella doppia molto brillante (la sesta in tutto il cielo). A parte Capella, è inconfondibile il quadrilatero formato da beta, theta, iota e Capella stessa (in rosso nell'immagine).
Un piccolo triangolo posto di fianco a Capella, e formato dalle stelle epsilon, eta e zeta, rappresenta la zona dei Capretti (in verde nell'immagine).
Nome | Magnitudine |
---|---|
NGC 1790 | -100,0 |
NGC 1798 | -100,0 |
NGC 1985 | -100,0 |
NGC 2013 | -100,0 |
IC 397 | -100,0 |
IC 403 | -100,0 |
LBN 795, C31;IC 405 | -100,0 |
IC 406 | -100,0 |
LBN 804;IC 417 | -100,0 |
IC 419 | -100,0 |
IC 425 | -100,0 |
IC 436 | -100,0 |
IC 439 | -100,0 |
IC 2120 | -100,0 |
NGC 2165 | -100,0 |
NGC 2240 | -100,0 |
IC 2168 | -100,0 |
IC 2170 | -100,0 |
IC 2190 | -100,0 |
NGC 2281 | 5,4 |
(M37);NGC 2099 | 5,6 |
(M36);NGC 1960 | 6,0 |
(M38);NGC 1912 | 6,4 |
NGC 1857 | 7,0 |
NGC 1893;NGC 1893;IC 410 | 7,5 |
NGC 1664 | 7,6 |
NGC 1778 | 7,7 |
NGC 1907 | 8,2 |
NGC 1724 | 10,0 |
NGC 2126 | 10,0 |
NGC 2192 | 11,0 |
IC 2149 | 11,0 |
NGC 1931 | 11,3 |
NGC 1883 | 12,0 |
NGC 2208;UGC 3452 | 14,0 |
NGC 2242 | 14,0 |
NGC 2303;UGC 3603 | 14,0 |
NGC 2387 | 15,0 |
Abell 553 | 15,3 |
Abell 582 | 16,4 |
Abell 580 | 16,8 |
Abell 583 | 17,6 |
Abell 579 | 17,6 |