en it |
AstronomiAmo APS
×

Nome Bifolco
Genitivo Boo
Abbreviazione Boo
Estensione (gradi^2) 907
Emisfero BOREALIS
Confini
  • Nord: +55°
  • Sdud: +7°
  • Est: 13h 35m
  • Ovest: 15h 10m
Stagionalità
  • Primavera

Eventi:
  • Levata: 17:31
  • Culm.: 01:38
  • Tramonto: 09:44
Altezza: -17,753°
Azimut: 8,773° (N)

Il nome, la storia, il mito

Il nome della costellazione "Boote" vuol dire 'bifolco' (colui che tiene a bada i buoi) o 'bovaro' e sta ad indicare il custode dei sette buoi (in realtà sarebbero le sette stelle della costellazione Canes Venatici) che trainavano il Grande Carro. E' anche probabile che lo stesso nome derivi da una trasposizione della parola sumera riv-but-san, ossia "l'uomo che guida il grande carro". Non a caso, l'Orsa Maggiore si trova a Nord di Boote, e la forma ad 'aquilone' della costellazione del Bifolco sembra proprio indicare il punto a Nord. L'etimologia riporta anche al nome Artofilace, una composizione delle parole greche arktòs e phylax (orso e guardiano).

La mitologia assegna anche altre versioni e forse la più battuta, sebbene suscettibile di varie sfumature, è la seguente: Callisto era una ninfa della scorta di Artemide, dea della caccia. Callisto era di grande bellezza e caratterizzata da una virtù necessaria a far parte della scorta di Artemide e perciò da conservare nel tempo, come la verginità. Zeus, tuttavia, si invaghì della ninfa e riuscì a sedurla, facendola rimanere incinta. Callisto portò la gravidanza di nascosto da Artemide fin quasi alla fine ma un giorno la dea decise di fermarsi per un bagno al lago e Callisto fu costretta a spogliarsi, rivelando così il proprio segreto. L'ira di Artemide fece fuggire Callisto nel bosco. Nacque Arcade, che per alcuni fu cresciuto per sedici anni da un cacciatore e per altri fu invece cresciuto dal nonno materno Licaone. In questa ultima versione, un giorno Zeus si fermò a mangiare da Licaone il quale, per essere sicuro di aver davanti a sé il vero capo degli dei, gli servì a tavola il proprio figlio. Zeus se ne accorse e, preso dall'ira, trasformò Licaone in un lupo e resuscitò il figlio. Zeus trasformò poi Callisto in orsa al fine di farla sfuggire dalle ire della moglie Era. Una volta cresciuto, durante una uscita di prova di un nuovo arco donatogli da un cacciatore (lo stesso che lo crebbe nella prima versione), Arcade si imbatté in un'orsa che emetteva suoni strani e, spaventato, non riconoscendo la madre iniziò a scagliare le sue frecce finché l'orsa non si riparò in un luogo sacro. Zeus assistette alla scena, deviando tutte le frecce per impedire il ferimento di Callisto e, per evitare ai due di essere condannati a morte per profanazione di luogo sacro, Zeus stesso decise di mandarli in cielo: Callisto fu l'Orsa Maggiore mentre Arcade fu il contadino. Una piccola sfumatura vede, invece, Zeus intervenire in prima persona con Arcade dopo averne deviate le frecce, raccontando al ragazzo tutta la storia: Arcade si commosse e giurò che da quel momento sarebbe rimasto a difesa dell'Orsa. Ulteriore commozione convinse Zeus a collocare madre e figlio nel cielo: Boote e Orsa Maggiore.

[Arcade] inseguiva la selvaggina, sceglieva gli anfratti più adatti
e stendeva reti flessibili attorno alle selve dell’Erimanto,
quando a un tratto s’imbatté nella madre.
Essa trasalì e si arrestò, come lo vide,
e parve proprio che lo riconoscesse. Lui arretrò, spaventato
– perché non sapeva – da quegli occhi che immobili
lo fissavano senza fine, e quando essa accennò ad avvicinarglisi,
si preparava a trapassarle il petto con un dardo micidiale.
L’Onnipotente lo impedì: li bloccò entrambi,
e insieme bloccò il delitto, e sollevatili in aria con un vento veloce
li collocò nel cielo facendone due costellazioni vicine.
(Ovidio, Metamorfosi, II, 498-508)

Altri ancora vedono il Bifolco tenere al guinzaglio i due cani da caccia Chara e Asterion, per impedir loro di inseguire l'Orsa per il cielo.

Una ulteriore leggenda identifica Boote con l'ateniese Icario, padre di Erigone. Dioniso (il Bacco della mitologia romana) insegnò ad Icario la ricetta segreta per fare il vino. Tempo dopo, accadde che Icario desse del vino ad alcuni viandanti, dimenticando di avvertirli di far passare qualche giorno prima di berlo e provocandone uno stato di malessere; pensando di essere stati avvelenati, i viandanti uccisero Icario e ne sotterrarono il corpo. Aiutata dal cane del padre, Maena, Erigone cercò la sepoltura del genitore e quando la trovò ne fu tanto afflitta da impiccarsi. Anche il cane di fronte al dolore decise di uccidersi soffocandosi. Di fronte a questo, Zeus (o in altre versioni Dioniso) impietosito, pose Erigone in cielo nella costellazione della Vergine; Icario divenne invece Boote e Maena fu Procione nel Cane Minore o uno dei cani della confinante costellazione dei Cani da caccia.

Osservazione

Bootes è rintracciabile a partire dal Grande Carro, tracciando un prolungamento della sua coda fino a giungere alla brillante stella Arturo. La costellazione si sviluppa verso Nord rispetto a questa stella, la quale risulta la più brillante del cielo settentrionale se consideriamo che Sirio, Canopo e alfa Centauri sono ben al di sotto dell'equatore celeste.

Il periodo migliore per guardare Bootes è senz'altro la Primavera, anche se resta visibile per gran parte dell'anno. Transita in meridiano alle ore 22 del giorno 2 giugno, occupa 907 gradi quadrati di cielo e comprende 90 stelle di magnitudine superiore alla sesta. Proprio la presenza della brillante stella rancione Arturo rende questa costellazione facile da trovare e inconfondibile: l'unica stella con la quale potrebbe essere possibile confondersi è Vega ma solo in termini di luminosità visto che Vega è bianco-azzurra mentre Arturo, come detto, è arancione.

L'asterismo principale forma una sorta di aquilone composto dalle stelle Gamma, Beta e Delta nella parte più settentrionale, dalle stelle Rho, Sigma e Epsilon nella parte centrale e da Arturo, la stella alfa, nella parte meridionale.

I corpi celesti

Bootes è una costellazione poco dotata di oggetti extrastellari, che deve la sua fama osservativa quasi esclusivamente al fatto di accogliere al suo interno la stella Arturo.

Anzi: l'area di maggior interesse è una zona larga circa 300 milioni di anni luce del tutto priva di galassie, che va sotto il nome di Vuoto di Bootes.

In gennaio il Bifolco è la costellazione radiante dello sciame meteorico delle Quadrantidi: la parte settentrionale della costellazione un tempo non apparteneva al Bifolco, ma faceva parte di una costellazione separata chiamata Quadrante, la quale confinava con Nekkar (beta Bootis). Nel secolo XX, la Unione Astronomica Internazionale eliminò la costellazione ma le meteore provenienti da questa zona ad inizio gennaio vengono ancora chiamate Quadrantidi.

Una nota di curiosità è data da due eventi sporadici: il primo riguarda la stella T Bootis, vista una volta e poi scomparsa. Il secondo si è verificato in prossimità di Arturo, nel 2008, e ha rivelato per qualche secondo la controparte ottica di un evento di universo violento, un lampo gamma proveniente da miliardi di anni luce fa, per la prima volta osservato anche nello spettro ottico ad occhio nudo.

Visibilita annuale di Bootes

La nostra missione

Dal 2014 un punto di incontro tra appassionati e professionisti per la divulgazione astronomica e la sensibilizzazione al rispetto per l'ambiente.

L'Associazione
Aiuta il progetto
  • IBAN: IT 36 D 03268 03214 052374147990
PROTEZIONE PRIVACY