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Informazioni


Designazioni Great Orion Nebula
Costellazione Ori
Eventi Levata: 10:59
Culm.: 16:42
Tramonto: 22:29
Posizione
Coordinate geocentriche AR: 05:36:13,83
Dec: -05°26,086
Coordinate locali Alt.: 34,2°
Az: 220,42°
Luminosita
Magnitudine 4,000

La Grande Nebulosa di Orione, conosciuta anche come M42 in quanto oggetto numero 42 del Catalogo di Charles Messier, è uno degli oggetti più affascinanti del cielo notturno.

Situata nella Spada della costellazione di Orione, è visibile persino ad occhio nudo come una macchia diffusa che fa da alone alla seconda stella della Spada, ma il cielo deve essere veramente buio. Già un piccolo telescopio rivela una straordinaria varietà di dettagli e permette di osservare la sua struttura complessa. La forma della nebulosa ricorda quella di un'aquila in volo verso Nord-Est e al suo interno si trova un gruppo di stelle tra la magnitudine 5 e 8, noto come Trapezio o Theta Orionis. Queste stelle non solo illuminano la nebulosa, ma la fanno anche brillare grazie all’emissione dell’idrogeno ionizzato, confermando che si tratta di una regione HII.

Osservando con maggiore attenzione, si nota una zona scura che attraversa la nebulosa da est fino al Trapezio, chiamata Bocca di Pesce. Due brillanti archi di gas si estendono intorno alla parte più luminosa della nebulosa, diventando progressivamente più sottili verso sud. 

Dischi protoplanetari in M42. Crediti NASA/ESA/HSTLa nebulosa si estende per circa 33 anni luce e contiene al suo interno un ammasso aperto molto giovane, formato da stelle in fase di formazione. Molte di queste stelle, osservate dal telescopio spaziale Hubble, mostrano anelli di polveri che potrebbero evolversi in sistemi planetari. Il gas che compone la nebulosa è estremamente rarefatto, milioni di volte meno denso dell’aria terrestre. Per dare un’idea concreta, un cilindro di gas con un diametro di 2,5 cm e una lunghezza pari all’estensione della nebulosa avrebbe una massa paragonabile a quella di una moneta da due euro. Tuttavia, la massa totale della nebulosa è enorme, data la sua estensione.

M42 rappresenta solo la parte più brillante di una gigantesca nube molecolare che avvolge gran parte della costellazione di Orione. 

La prima immagine di M42, del 1880. Immagine di Hanry DraperNel corso della storia, la Nebulosa di Orione è stata osservata e studiata da numerosi astronomi. La prima descrizione documentata risale al 1610, quando l’avvocato francese Nicolas-Claude Fabri de Peiresc la identificò come una nebulosa vera e propria. Tuttavia, la sua luminosità e la sua estensione fanno supporre che fosse conosciuta già in epoche più antiche. Nel 1880, Henry Draper realizzò la prima fotografia della nebulosa, segnando una tappa fondamentale nella storia dell’astrofotografia.

Posizione di M42 nella costellazione di Orione. Crediti Wikipedia.com, commonsPosizione di M42 nella costellazione di Orione. Crediti Wikipedia.com, commons

Le osservazioni moderne, effettuate con telescopi spaziali, hanno permesso di scoprire al suo interno una grande popolazione di nane brune, la più numerosa mai individuata fino al 2018. Si tratta di 17 oggetti, alcuni dei quali formano sistemi binari con nane rosse o con altre nane brune. Tra queste, una coppia di pianeti giganti che orbitano l’uno intorno all’altro senza una stella madre. Queste osservazioni sono state possibili solo grazie all’infrarosso, che permette di individuare oggetti molto freddi tramite la caratteristica riga spettrale del vapore acqueo. Oltre alle nane brune, sono state individuate più di mille nane rosse, rendendo la Nebulosa di Orione una delle regioni di formazione stellare più studiate del cielo.

Dal punto di vista osservativo, M42 offre uno spettacolo affascinante per qualsiasi strumento. Ad occhio nudo appare come una macchia diffusa, mentre con un binocolo diventa evidente la sua struttura estesa. Un piccolo telescopio rivela il Trapezio e alcuni dettagli delle regioni più luminose. Con strumenti più grandi, si possono distinguere dettagli più fini, come le zone scure e le variazioni di luminosità nei gas. Un telescopio di grande diametro permette infine di percepire le sfumature cromatiche della nebulosa. L’uso di filtri a banda stretta, come quelli per l’idrogeno alfa, esalta il contrasto e permette di rivelare strutture altrimenti invisibili.

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Visibilita annuale di Messier 42 (M42)

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